Cronache di backstage. Il contributo di Jaqueline Tyrwhitt su tre aspetti della città contemporanea: la interdisciplinarietà, la sostenibilità e le reti di comunicazione Paola Zanotto

Ateneo
Università Iuav di Venezia

Questa tesi ha il duplice scopo di esplorare il processo di reciproca influenza tra intellettuali nella formulazione di teorie riguardanti l’evoluzione delle città nell’età contemporanea, ed allo stesso tempo di indagare su quella che è stata la carriera di un personaggio poco conosciuto fino ad ora nella storia della architettura e della pianificazione: Jaqueline Tyrwhitt. Nata nel 1905 in Sud Africa ma cresciuta in Inghilterra, questa straordinaria figura nel corso della sua carriera ha affiancato e supportato teorici e progettisti di fama mondiale, dando un fondamentale contributo alla diffusione delle loro idee e alla complessità delle loro ricerche. Personaggio poliedrico, Jaqueline ha avuto un ruolo molto importante di riflessione e connessione in alcune delle vicende più interessanti del dibattito sul moderno e le città: dai CIAM alle Nazioni Unite, da Harvard al centro Ekistico di Atene. La sua capacità di raccogliere costantemente note durante il suo lavoro nei diversi progetti ai quali a preso parte e il fatto che siano rimasti conservati rende i suoi archivi una fonte preziosa di informazioni ed una base fondamentale per ricostruire un differente punto di vista di vicende note nella storia dell’architettura e della pianificazione, e per portare alla luce altre esperienze meno note ma che presentano caratteri di grande innovazione per varie ragioni. Pur partendo da una base biografica, oltretutto di una figura fino ad oggi studiata molto poco, e che presenta di per sé caratteri di eccezionalità tali da giustificare una ricerca a lei dedicata, il principale obiettivo di questa tesi non è portare alla luce i principali fatti della vita di Jaqueline Tyrwhitt. Questo lavoro ha infatti aspirato ad una più estesa esplorazione nella storia della cultura urbanistica ed architettonica, con una particolare attenzione al tema della città, la sua evoluzione, la sua lettura, la sua capacità di ospitare funzioni ed attività. La ricerca prende in analisi un periodo storico piuttosto esteso, che comprende la fine della seconda guerra mondiale, gli anni della ricostruzione, la crescita e declino del Movimento Moderno e dei CIAM, le riforme educative ad Harvard negli anni 60, fino ai simposi di Delos, che si sono tenuti in Grecia per 12 anni fino al 1974. All’interno di questo intervallo di tempo si sono verificati profondi cambiamenti nelle discipline dell’architettura e della pianificazione, e altre fondamentali innovazioni culturali hanno interessato la cultura scientifica, la sociologia e le arti. L’interesse che ha inizialmente dato vita alla ricerca era incentrato su questi cambiamenti, e la figura di Jaqueline si è rivelata strumentale per limitare e dare metodo ad una ricerca altrimenti impossibile da condurre.

Nelle conclusioni la tesi ricollega i soggetti sviluppati nei tre capitoli principali, e alla luce delle informazioni acquisite durante la ricerca traccia un ultimo ritratto di Jaqueline Tyrwhitt. In particolar modo si rivelano gli aspetti che la rendono un personaggio poco inquadrabile in una tradizione di urbanistica e di architettura(una urbanista e paesaggista che disegna poco, scrive molto, si rende invisibile), ma proprio per questo dimostrando quanto sia ancora più eccezionale.

Pur essendo interessata al futuro e rivolgendosi alla evoluzione delle città, Jaqueline Tyrwhitt ha creduto e dimostrato che nella crescita ed evoluzione della città concorrono fattori legati al tempo presente ma uniti a caratteri di permanenza storica, a valori universali legati ai principi primi della disciplina. Progettare la crescita e l’evoluzione degli spazi urbani significa, per Jaqueline, rispondere alle necessità prime dell’uomo, e comprendere il legame che lega l’esistente (e l’importanza, di conseguenza, della lettura dell’esistente) nel progettare futuri sviluppi di una città.

Questa tesi ha tentato di sintetizzare una serie di vicende correlate tra di loro, restituendo lo stesso grado di complessità che le ha generate, usando questa eccezionale figura come finestra sulla costruzione di nuova conoscenza e sulla evoluzione a scala internazionale di due discipline, mettendole in relazione con altri campi del sapere. Attraverso questo processo un eguale grado di complessità è stato illustrato circa la formazione di teorie intorno alla pianificazione ed al disegno delle città. Alcune domande vengono poste a conclusione della tesi: quante altre persone con un grado simile di coinvolgimento e di anonimato come la Jaqueline Tyrwhitt sono esistite? Sarebbe possibile dare inizio ad una piu’ ampia serie di ricerche atte a integrare il panorama storico con nuove figure? Quale metodologia usare? Sono quesiti che puntano ad una revisione critica del metodo usato in questa ricerca, che è stato concepito ed elaborato su misura della particolare natura della protagonista, e del grado di innovazione che introduce. Jaqueline Tyrwhitt rimane, in ogni caso, un soggetto ricco e interessante da studiare nella sua vita personale e professionale, e il suo archivio rappresenta tutt’ora una risorsa dalle grandi potenzialità per la ricerca in ambito architettonico e urbanistico.

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